Il Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Naquane

Le rocce di Naquane

Molte delle rocce ospitate dal Parco hanno dimensioni ragguardevoli e presentano uno straordinario connubio di bellezza naturale e di contenuto archeologico.

Roccia levigata dal ghiacciaio, Naquane, Parco Nazionale Incisioni Rupestri, Capo di Ponte (Valcamonica)La Valcamonica meritò tanta attenzione grazie all'aspetto che maggiormente la caratterizza nei confronti di altri siti, il patrimonio di incisioni rupestri, che nell'arco di qualche migliaio di anni i suoi preistorici abitatori impressero su quelle superfici rocciose oggi giunte quasi intatte fino a noi.

Appartengono ad una formazione geologica di arenarie permiane, formatesi nell'utimo periodo dell'Era Paleozoica, il Permiano (280-225 milioni di anni fa). Grandi masse di detriti venivano allora trasportate dai potenti corsi d'acqua dell'epoca, che progressivamente le accumulavano in bacini continentali, nei quali l'azione combinata del tempo, dei fenomeni chimici e di quelli meccanici, le ha trasformate in roccia.

Roccia scavata dal ghiacciaio, Naquane, Parco Nazionale Incisioni Rupestri, Capo di Ponte (Valcamonica)I successivi eventi geologici (innalzamenti ed erosioni) hanno influito sul loro aspetto. Il più recente restyling venne compiuto nel corso degli ultimi due milioni di anni dalle glaciazioni pleistoceniche. Levigature, striature, escavazioni, dorsi, arrotondamenti, ondulazioni e marmitte dei giganti oggi visibili sono il particolare risultato di quella Wurmiana, che occupò la Valle fino a quattordicimila-dodicimila anni fa, consegnandocela nel suo attuale aspetto.

Sulle rocce, trovate lisce e adatte, i primi frequentatori della Valcamonica cominciarono a incidere i segni della loro spiritualità.

La visita alle rocce incise del Parco di Naquane

La Casa del Parco alla Roccia Grande, Naquane, Parco Nazionale Incisioni Rupestri, Capo di Ponte (Valcamonica)Le rocce incise del Parco sono numerose e indifferentemente interessate da temi vari e/o incise in periodi diversi, tanto da rendere impossibile tracciare percorsi logici fra esse, al di là dei criteri puramente geografici.

Anche se vi sono rappresentati quasi tutti i periodi della preistoria camuna, le rocce del parco di Naquane sono state incise prevalentemente durante l'età del Ferro.

L'esperienza suggerisce di non disperdersi alla periferia, se non per cercare particolari figure per ragioni di studio.

Al visitatore con interessi di cultura generale suggeriamo di utilizzare il percorso che si snoda lungo la stradetta centrale del Parco, ai lati della quale si adagiano rocce spettacolari per dimensione, interesse e contenuto.

Il prato dei massi incisi

Una scolaresca di fronte al masso Ossimo 8, Parco dei Massi, Naquane, Parco Nazionale Incisioni Rupestri, Capo di Ponte (Valcamonica)Appena dietro la casa del Parco si stende un piccolo prato, nel quale sono stati collocati massi incisi dell'età del Rame (3.300-2.200 a.C), provenienti dai siti preistorici camuni di Ossimo e Borno.

Essi rappresentano la modalità istoriativa tipica di questo periodo, contraddistinta dalla sistemazione nel terreno di massi levigati incisi, probabilmente espressione di riti rivolti ad antenati mitici.

Numerosi altri massi dello stesso periodo, recuperati in anni recenti, attendono di essere definitivamente sistemati nel futuro Museo Archeologico di Capo di Ponte, che entro pochi anni raccoglierà ed esporrà molti dei materiali della Valcamonica recuperati da scavi archeologici o da ritrovamenti fortuiti.

L'Antiquarium

Fra la casa del Parco e il Prato dei Massi sorge un piccolo edificio, l'Antiquarium, del quale è attualmente accessibile solo la stanza del pianterreno.

Vi sono ospitati il Masso n. 3 e n. 4, provenienti dal celebre sito di Cemmo, frazione di Capo di Ponte. Esemplari eccellenti dell'età del Rame, vi compaiono composizioni e sovrapposizioni di figure umane, di armi, di animali.

All'età del ferro risalgono invece il masso con iscrizione e barchetta a teste d'uccello acquatico da Grevo e il masso da Cevo, Dos del Curù, un ritrovamento eccezionale del 1999 con la più lunga iscrizione finora nota (cinque righe) in alfabeto camuno.

Infine, una ricostruzione molto suggestiva propone ai visitatori l'azione incisoria effettuata da un sacerdote-artista.